lunedì 18 marzo 2013

Brazil Dellal: l’hotel di container per i Mondiali di Calcio 2014


Lunedì 18 Marzo 2013 07:17 Barbara Brunetti

hotel-container-dos-aLa nuova tendenza del costruire sostenibile si chiama “container”, esta prendendo piede in tutto il mondo grazie alla versatilità e alla praticità delle sue applicazioni progettuali. Capitale di questo nuovo trend architettonico è Londra: il “Boxpark”, per esempio, è il primo centro commerciale costituito da container, destinato alla vendita al dettaglio nel settore dell’abbigliamento , dell’arte, della moda e del design. Tuttavia molto più frequentementela vocazione del container è domestica, grazie alla modularità che lo rende facilmente adattabile alle funzioni della vita quotidiana: numerosi sono infatti i progetti di abitazioni,alloggi sociali e alberghi, che si sono affacciati sul panorama internazionale già dai primi anni Novanta.
Meno diffuso è invece il suo impiego “misto”, finalizzato a coniugare funzioni diverse in un unico edificio.
Lo studio, non a caso londinese, dei DOS Architects, si è cimentato nell’ardua missione di adattare gli spazi ridotti del modulo prefabbricato alle multiple funzioni che un
 complesso alberghiero deve soddisfare.
Brazil Dellal, primo progetto brasiliano dello studio, sarà inaugurato a Rio de Janeiro in occasione dei Mondiali di Calcio 2014: si tratta di un hotel concepito interamente a partire dall’aggregazione spaziale di container navali riciclati, progetto di cui il pluripremiato team ha curato ogni aspetto, dalla configurazione generale del lotto, a quella dell’edificio, agli spazi comuni, sino all’architettura di interni di una camera-tipo.

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Il singolo modulo è stato sottoposto ad un processo di adattamento funzionale, attraverso l’inserimento di nuove partizioni interne a formare gli spazi propri di una comune camera d’albergo.

Al container è stata eliminata la copertura, uno dei lati corti è stato sostituito da una parete vetrata, una porzione della superficie laterale è stata rimossa per accogliere la porta d’accesso; in corrispondenza dei lati minori, una o due logge creano uno spazio privato esterno, mentre all’interno nuove pareti definiscono il volume dei servizi e gli arredi fissi. 
Il laminato in bambù riveste pavimento e parte dei tramezzi, il diffuso impiego di superfici riflettenti e specchianti amplia la percezione spaziale della stanza.

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Precisa scelta del team, è infatti quella di evitare l’impiego di materiali poveri o di scarto, per rendere l’ambiente accogliente e confortevole quanto quello di una normale stanza d’albergo: materiali di lusso sono associati ad ogni genere di comodità - TV incassata a parete, illuminazione a led, superfici a specchio, ampio box doccia, aria condizionata - per un totale di 15 mq di comfort.

La scelta si ripercuote anche all’esterno, esplicitandosi tanto nel rivestimento delle superfici quanto nell’attenzione ai dettagli della posa in opera: 
la selezionata scelta di materiali di pregio è volta a bandire la percezione di manufatti di bassa qualità, purtroppo comunemente associata agli oggetti di riciclo.

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Come tutti gli elementi scatolari e dalla forte vocazione modulare, anche il container ha ispirato il team in una serie di esercizi compositivi e aggregativi d’insieme. Lo sfalsamento tra un modulo e l’altro è ripetuto sia in pianta - un modulo è slittato rispetto a quello adiacente di 1,5 metri - sia in alzato, e questa orchestrazione consente di arricchire, movimentandolo, il disegno dei prospetti, originando un’alternanza di pieni e vuoti. In più, l’eliminazione di alcuni moduli dall’impaginato generale, consente di ottenere spazi comuni destinati allo svago degli ospiti.
L’aggregazione in pianta - dai 6 ai 20 moduli - e in sezione - da 1 piano ai 4 piani - costruisceblocchi isolati e strutturalmente autonomi, nei quali l’accesso è reso possibile da un sistema di scale e ascensori che, inglobati in un singolo modulo, funziona da cerniera attorno a cui si dispongono i volumi.
A quota zero, gli spazi commerciali: due container affiancati che, privati del lato comune, formano un’unica area espositiva.

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Data la rilevanza che la questione della sicurezza notturna sta assumendo nella città brasiliana in previsione dei prossimi mondiali di calcio, un secondo sistema di chiusura dei negozi si affianca a quello tradizionale: una teoria di setti ortogonali alla facciata, di giorno ritma gli spazi commerciali, caratterizzandoli e attirando la clientela, di notte funge da supporto per una seconda parete di chiusura.
L’impiego costruttivo che il progetto fa del container è assimilabile alle modalità della casa a schiera tradizionale, con la sua forma allungata, i lati corti usati come doppio affaccio per dare luce agli ambienti interni stretti e lunghi ed i lati maggiori come muri pieni e ciechi.

L’effetto spaziale d’insieme non è molto distante dall’atmosfera familiare creata dagli aggregati a schiera dei nostri più comuni villaggi-vacanza, ma ha rispetto a questi una, o forse molte, marce in più: 
i tempi di esecuzione, sicuramente modesti, e il costo dei materiali strutturali, verosimilmente irrisorio, solo per citare gli aspetti più quotati della pratica del costruire sostenibile.

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